
Truffa dell'autovelox, queste multe sono tutte false-ilrichiamodellaforesta.it
Truffa dell’autovelox, ci sono multe che in realtà sono false: ecco come fare per evitare l’inganno. Difenditi così
Ci sono strumenti che, più di altri, hanno segnato la storia della sicurezza stradale. L’autovelox è tra questi. Non si tratta di un semplice apparecchio elettronico, ma di un presidio che, negli anni, ha contribuito a ridurre drasticamente il numero di incidenti legati all’eccesso di velocità.
Basta osservare i dati: gran parte degli scontri più gravi, spesso con esiti mortali, nasce proprio dalla velocità eccessiva, da una frenata mancata o da un sorpasso azzardato. Un’auto che viaggia a 90 km/h, invece che a 50, in un centro abitato impiega molti metri in più per fermarsi. Proprio quei metri possono significare la differenza tra un pedone che attraversa illeso e una tragedia che segna famiglie e comunità.
L’autovelox, in questo senso, non è un nemico degli automobilisti, ma un alleato invisibile. È quell’occhio che costringe a sollevare il piede dall’acceleratore, ricordando che la strada non è una pista da corsa. Eppure, c’è un aspetto meno conosciuto, che nulla ha a che fare con la sicurezza ma con la furbizia di chi mira a sfruttare la buona fede delle persone.
L’autovelox, infatti, è finito al centro di un nuovo stratagemma architettato dai truffatori. Un meccanismo che gioca sulle paure degli automobilisti e che, senza le dovute attenzioni, può trasformare una semplice notifica in una vera e propria truffa. Per questo, saper riconoscere il pericolo è oggi più importante che mai.
Truffa dell’autovelox: ecco come i truffatori ti costringono a pagare una finta multa
Ogni automobilista conosce bene il funzionamento dell’autovelox: l’apparecchio registra la velocità, e se questa supera il limite consentito scatta la sanzione. Non c’è nessun agente a fermare l’auto sul momento, perché il meccanismo è differito.

La targa viene fotografata, il proprietario individuato attraverso il Pubblico Registro Automobilistico e, dopo qualche tempo, il verbale arriva direttamente a casa. Un sistema pensato per garantire sicurezza sulle strade, ma che proprio per la sua natura “a distanza” ha aperto uno spiraglio che i truffatori non hanno esitato a sfruttare.
Già in passato si erano visti tentativi di frode legati alle multe. Un esempio sono i fogli lasciati sul parabrezza, apparentemente identici a quelli ufficiali, completi di QR Code per il pagamento immediato. In tanti, pur di beneficiare dello sconto entro pochi giorni, avevano pagato senza accorgersi che i soldi finivano su conti privati. Oggi però l’inganno ha fatto un salto di qualità.
Le nuove truffe ruotano attorno alle multe autovelox. Sfruttando il fatto che i verbali autentici arrivano solo dopo diversi giorni, i malintenzionati inviano notifiche false via e-mail o SMS. I messaggi riproducono loghi istituzionali e grafica ufficiale, ma nascondono un tranello: un link che invita a saldare immediatamente una presunta sanzione, spesso con la minaccia che, in caso contrario, l’importo raddoppierà in 72 ore.
Il cittadino che abbocca non paga alcuna multa, ma consegna inconsapevolmente i propri dati personali e bancari ai truffatori. La regola da ricordare, invece, è semplice: nessuna contravvenzione autovelox viene notificata via SMS o con una mail generica. Solo posta raccomandata, PEC o piattaforme certificate possono trasmettere una multa autentica. Tutto il resto è inganno.