
Bonus per questi lavori in casa - (ilrichiamodellaforesta.it)
Detrazione fiscale fino al 50 per cento sulle spese per questi lavori nel 2025. Quali sono i requisiti previsti dalla normativa aggiornata
Le spese andranno indicate nella dichiarazione dei redditi, modello 730 o Modello Redditi, nel quadro E, rigo E41, dedicato agli “interventi di recupero del patrimonio edilizio”. Vediamo, alla luce delle ultime novità normative e fiscali, come funziona questo incentivo e quali sono le condizioni per ottenerlo.
È importante sottolineare che la detrazione al 50% è valida solo per le spese sostenute entro il 31 dicembre 2025 e fino a un tetto massimo di 96.000 euro per unità immobiliare relativa alla prima abitazione. Dal 2026, inoltre, l’aliquota per gli immobili principali scenderà al 36%, mentre per le altre abitazioni sarà ulteriormente ridotta al 30%. Il codice fiscale del soggetto che esegue il pagamento deve essere lo stesso del beneficiario della detrazione.
Il bonus sui lavori svolti in casa
L’amianto, materiale noto per la sua pericolosità per la salute umana, è ancora presente in molti edifici e siti italiani nonostante il suo utilizzo sia vietato da decenni. La bonifica dell’amianto rappresenta quindi un intervento imprescindibile per la sicurezza, ma spesso associato a costi elevati. Per questo motivo, il governo ha previsto un bonus rimozione amianto che consente di recuperare parte delle spese sostenute per la rimozione e lo smaltimento, ma è fondamentale affrettarsi per usufruirne pienamente.

L’Agenzia delle Entrate ha confermato in una recente risposta ufficiale che le spese per la bonifica dell’amianto sono detraibili dalle imposte sui redditi ai sensi dell’articolo 16-bis, comma 1, lettera l del TUIR. La detrazione può arrivare fino al 50% della spesa sostenuta, ma con alcune importanti limitazioni che entrano in vigore proprio nel corso del 2025.
Dal 1° gennaio 2025, infatti, l’aliquota di detrazione per il bonus ristrutturazione, che include anche la rimozione dell’amianto, è riconosciuta al 50% esclusivamente per le abitazioni principali. Per le seconde case, invece, la detrazione scende al 36%. Questo significa che chi intende effettuare lavori di bonifica su immobili diversi dalla prima casa potrà beneficiare di un rimborso fiscale meno vantaggioso.
Per poter accedere al bonus rimozione amianto, è obbligatorio effettuare i pagamenti con strumenti tracciabili, come il bonifico bancario o postale. Il pagamento in contanti è escluso. Nella causale del bonifico, deve essere riportata la dicitura: «bonifico per detrazioni previste dall’articolo 16-bis del DPR 917/1986».
L’amianto, un insieme di minerali fibrosi utilizzati storicamente in edilizia e industria per le sue proprietà di isolamento termico e resistenza al fuoco, è stato vietato in Italia dal 1992 a causa della sua elevata tossicità. Le fibre di amianto, se inalate, possono causare gravi patologie come il mesotelioma pleurico, tumori al polmone, alla laringe e all’ovaio, malattie riconosciute come altamente pericolose dalla comunità scientifica internazionale.
Il rischio maggiore è legato allo sfaldamento del materiale, che libera nell’aria le fibre sottilissime e cancerogene. Tuttavia, in Italia non esiste l’obbligo di rimuovere l’amianto se questo si presenta in buone condizioni. La bonifica, quindi, resta una scelta volontaria ma fortemente consigliata per la tutela della salute.
La rimozione e lo smaltimento sono operazioni complesse e costose, che devono essere eseguite da ditte specializzate e autorizzate, seguendo protocolli rigorosi per evitare contaminazioni. Il costo medio per lo smaltimento si aggira tra i 20 e i 25 euro al metro quadro, ma può aumentare fino a 35 euro al metro quadro qualora sia necessario procedere anche all’incapsulamento delle fibre deteriorate per contenere il rischio di dispersione.