
Grandi novità in arrivo per i pensionati più recenti - ilrichiamodellaforesta.it
Buone nuove sul fronte pensionistico italiano che vede nuovi aumenti in arrivo, non solo agli assegni ma anche ai TFR.
Negli ultimi anni il sistema pensionistico italiano a visto susseguirsi annunci, riforme e correzioni continue da parte del Governo e degli organi interessati. Certo non sono mancati gli aumenti, spesso accolti con moderato entusiasmo soprattutto da chi si trova a dover fronteggiare rincari e spese crescenti.
L’intero sistema, però, rimane fragile, complicato e ancora incapace di offrire quella stabilità tanto promessa ai contribuenti italiani, sempre più oppressi dal caro vita. Tra finestre d’uscita anticipate, bonus una tantum e ricalcoli contributivi, i pensionati si trovano così a vivere in un continuo saliscendi di aspettative e timori.
I nuovi aumenti alle pensioni e non solo
Ogni nuova misura sembra portare sollievo per alcuni e incertezza per altri, senza fornire una visione unitaria, capace di garantire certezze a lungo termine. Ed è proprio in questo quadro che si inserisce l’ultima novità firmata dall’attuale governo, destinata a toccare ora migliaia di ex dipendenti pubblici.

Con una recente circolare, infatti, l’Inps ha aperto la strada a una sanatoria straordinaria che riguarda i contributi mai registrati prima del 2005. Una scelta che può sembrare tecnica e burocratica, ma che avrà conseguenze concrete, come assegni pensionistici più alti e correzioni sui trattamenti di fine servizio.
Ovviamente non tutti saranno coinvolti nella manovra, ma per chi è uscito dal mondo del lavoro dopo il 2022 si prospettano adeguamenti più che interessanti. Il nodo centrale riguarda i cosiddetti “contributi mancanti”, ovvero versamenti che le amministrazioni avrebbero dovuto registrare ma che, per varie ragioni, non compaiono negli archivi.
Con la nuova sanatoria, gli enti pubblici potranno rimediare alla mancata registrazione inviando all’Inps le comunicazioni necessarie senza dover materialmente ripagare gli arretrati. In questo modo si evita un contenzioso infinito e si procede direttamente al ricalcolo delle posizioni e gli effetti saranno diversi a seconda dei casi.
Gli assegni già consolidati, da più di tre anni, non subiranno modifiche, mentre per le pratiche più recenti l’Inps potrà procedere a un nuovo calcolo. Se emergono somme non dovute, sarà compito delle amministrazioni restituirle, se invece mancano contributi, saranno i pensionati a guadagnarci vedendo crescere l’assegno pensionistico mensile.
La stessa logica vale per TFR e TFS, i trattamenti che costituiscono la buonuscita, anche se qui il rischio di sorprese è più alto. Se l’indennità è stata calcolata in eccesso, l’Inps può inviare una nota di debito e avviare la restituzione, che potrà avvenire anche a rate.
Nella maggior parte dei casi, però, come ha spiegato il sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon, si tratterà di incrementi e non di tagli. Questo perché, stando sempre a quanto detto dal sottosegretario, negli anni le amministrazioni hanno spesso versato meno del dovuto a pensionati e contribuenti.