
Riciclo smartphone, nuova tecnica recupera fino a 450 mg di oro 22 carati each
Ogni anno miliardi di dispositivi elettronici finiscono nelle discariche di tutto il mondo, ma quello che sembra un semplice rifiuto nasconde un vero e proprio giacimento di oro a 22 carati. Recenti studi condotti dal Politecnico federale di Zurigo (ETH Zürich) hanno rivelato un metodo innovativo e sostenibile per recuperare questo prezioso metallo dai vecchi dispositivi elettronici, sfruttando un materiale insolito: gli scarti della lavorazione del formaggio.
Un’inaspettata miniera d’oro nei dispositivi elettronici
La quantità di rifiuti elettronici prodotti è impressionante. Secondo il rapporto Global E-waste Monitor 2024 delle Nazioni Unite, nel 2022 sono stati generati oltre 62 miliardi di chilogrammi di rifiuti elettronici, di cui solo il 22,3% è stato riciclato adeguatamente. Tra questi scarti, smartphone, computer, televisori e persino elettrodomestici come le lavatrici contengono metalli preziosi quali oro, argento e platino, fondamentali per la conduzione elettrica e la resistenza all’ossidazione.
Tra tutti, le schede madri dei computer rappresentano una vera e propria mini-miniera d’oro. Gli scienziati dell’ETH Zurigo hanno dimostrato come da appena 20 di queste schede sia possibile estrarre 450 milligrammi di oro puro a 22 carati, un quantitativo prezioso che ha un valore economico significativo. Tradizionalmente, l’estrazione dell’oro dalle miniere richiede la lavorazione di tonnellate di roccia, con un grande impatto ambientale e costi elevati. Al contrario, il recupero da rifiuti elettronici è un processo più pulito ed economico, che punta all’economia circolare.
Il metodo rivoluzionario: il siero di latte come “spugna” per l’oro
L’innovazione principale sta nell’utilizzo di fibrille proteiche derivate dal siero di latte, un sottoprodotto dell’industria casearia. Questa sostanza, trasformata in una struttura simile a una spugna, è in grado di catturare gli ioni d’oro disciolti dalle componenti elettroniche, legandoli efficacemente senza l’uso di sostanze tossiche come il cianuro.
Il procedimento si sviluppa in tre fasi:
- Ionizzazione: i metalli preziosi vengono solubilizzati dalle parti elettroniche;
- Assorbimento: la spugna di nanofibrille proteiche assorbe gli ioni d’oro dalla soluzione;
- Fusione: infine, il materiale raccolto viene riscaldato per ottenere pepite solide di oro puro.
Grazie a questa tecnica, il processo di estrazione diventa non solo più rispettoso dell’ambiente, ma anche economicamente vantaggioso, con un ritorno fino a 50 dollari per ogni dollaro investito nel recupero.
I vantaggi ambientali ed economici del riciclo dell’oro da rifiuti elettronici
Il recupero dell’oro dai dispositivi elettronici rappresenta una svolta fondamentale per la sostenibilità. L’estrazione mineraria tradizionale è infatti responsabile di gravi danni ambientali, tra cui deforestazione, contaminazione delle acque e emissioni di gas serra. Inoltre, spesso è legata a condizioni di lavoro problematiche.
Riciclare l’oro e gli altri metalli preziosi – come rame, palladio e nichel – dai rifiuti elettronici permette di:
- Ridurre l’inquinamento associato alle attività estrattive tradizionali;
- Creare nuove opportunità economiche nell’industria del riciclo e della sostenibilità;
- Limitare la produzione di gas serra e consumi energetici;
- Valorizzare risorse già disponibili, minimizzando gli sprechi e promuovendo un modello circolare.
In questo scenario, è essenziale non sottovalutare il valore nascosto nei nostri vecchi smartphone, computer e altri dispositivi elettronici, che troppo spesso vengono gettati senza alcun recupero.
Il contributo del Politecnico federale di Zurigo e il futuro del riciclo
Il Politecnico federale di Zurigo (ETH Zürich), istituzione di riferimento mondiale nella ricerca scientifica e tecnologica, ha guidato questo progetto di ricerca, sottolineando l’importanza di soluzioni che siano allo stesso tempo innovative e sostenibili. Fondato nel 1855, l’ETH è noto per la sua eccellenza didattica e per la collaborazione con le industrie, e conta tra i suoi ex studenti e docenti ben 22 premi Nobel, tra cui Albert Einstein.
Il successo di questo metodo ecologico per il recupero dell’oro apre la strada a un futuro in cui i rifiuti elettronici non saranno più un problema, ma una risorsa preziosa da coltivare. L’adozione su larga scala di queste tecnologie potrebbe ridurre drasticamente la dipendenza dalle miniere tradizionali e promuovere un’economia circolare basata sul riutilizzo e la valorizzazione dei materiali.
Inoltre, parallelamente al recupero dell’oro, si stanno sviluppando tecniche complementari per estrarre altri metalli rari contenuti nei dispositivi elettronici, ampliando ulteriormente le potenzialità di questo settore.
Questa scoperta rappresenta una svolta nel modo in cui consideriamo i nostri dispositivi elettronici, non più semplici rifiuti ma potenziali miniere di metalli preziosi. Prima di disfarsi di smartphone, computer o piccoli elettrodomestici, è fondamentale riflettere sul loro valore nascosto e sulle opportunità offerte dal riciclo intelligente e sostenibile.