
Il paesaggio del lago Toba - (ilrichiamodellaforesta.it)
Tra storia millenaria e paesaggi mozzafiato e misteri geologici, questo lago offre un viaggio tra natura incontaminata e cultura autentica
La sua formazione risale a un’eruzione catastrofica avvenuta tra 70.000 e 78.000 anni fa, classificata con un indice di esplosività vulcanica (VEI) pari a 8, la più alta mai registrata. I sentieri per raggiungere queste aree sono spesso poco segnalati, richiedendo spirito d’avventura e pazienza, ma offrono la possibilità di entrare in contatto diretto con una natura generosa e ancora poco contaminata.
Rappresenta una delle più straordinarie espressioni geologiche al mondo: una caldera vulcanica di forma ellittica, lunga circa 100 km e larga quasi 30 km, con una profondità massima che raggiunge i 450 metri.
Un lago dell’altro mondo
Nel paesaggio maestoso del Sumatra settentrionale si estende il Lago Toba, il più grande lago vulcanico al mondo, una spettacolare caldera formatasi a seguito di una delle più imponenti eruzioni vulcaniche degli ultimi 500.000 anni. Questo colosso naturale si estende per oltre 1.700 km², cingendo al centro l’isola di Pulau Samosir, una terra intrisa di storia, cultura e natura incontaminata.

Secondo gli studi condotti da geologi come Bill Rose e Craig Chesner, l’eruzione del supervulcano Toba emise circa 2.800 km³ di materiale piroclastico, che seppellì la regione circostante sotto strati di ignimbrite e cenere spessi centinaia di metri, raggiungendo distanze di oltre 3.000 km, con depositi rinvenuti fino all’India e al Golfo del Bengala.
Il collasso della camera magmatica creò una depressione che si riempì d’acqua, dando origine al lago, mentre al centro si elevò l’isola di Samosir, oggi alta circa 1.600 metri, connessa alla terraferma da un sottile istmo interrotto da un canale navigabile. Pulau Samosir si configura come un microcosmo culturale e naturale, un luogo dove il tempo pare essersi fermato, abitato dal popolo Batak, custode di tradizioni millenarie.
Le sponde del Lago Toba sono abitate dal popolo Batak, un gruppo etnico Austronesiano che conta circa 8 milioni di persone, noto per la sua accoglienza calorosa e il connubio tra antiche usanze e fede cristiana, prevalentemente protestante e cattolica. Il villaggio di Tuk Tuk, situato su una penisola di Pulau Samosir, rappresenta il fulcro dell’attività turistica e culturale. Tra pensioni artigianali, ristoranti affacciati sulle acque turchesi e botteghe di artigianato, i visitatori possono immergersi nella vita locale e scoprire la storia batak.
A pochi chilometri, il villaggio di Tomok ospita la celebre Tomba del re Sidabutar, un complesso funerario ricco di sarcofaghi scolpiti e manufatti che raccontano antiche dinastie e legami ancestrali. Proseguendo verso l’interno, tra le risaie di Simanindo e Pangururan, si trovano tombe monumentali a più piani adornate con motivi che richiamano le tradizionali case batak, sovrastate da croci semplici, simbolo della fusione tra spiritualità animista e cristiana.
Il villaggio di Simanindo custodisce inoltre un’antica residenza reale, oggi museo, che racconta la vita del rajah batak e delle sue numerose mogli attraverso spettacoli di danze e musiche tradizionali, rivelando un patrimonio culturale ancora vivo e pulsante. A pochi chilometri, ad Ambarita, si ergono sedili di pietra usati per antiche assemblee tribali: un luogo carico di mistero e leggende, che testimonia il passato giudiziario e sociale della comunità.
Gli altopiani centrali di Samosir, a circa 700 metri di altitudine, si caratterizzano per la presenza di piantagioni di cannella, chiodi di garofano e caffè, oltre a foreste di pini e cascate nascoste. Qui si trova anche il suggestivo Danau Sidihoni, un piccolo lago incastonato all’interno di un pianoro, un autentico “lago nel lago” che incanta i visitatori con la sua quiete e bellezza naturale.