
Non troveremo più questi prodotti al supermercato - (ilrichiamodellaforesta.it)
Rischi concreti per prodotti simbolo della dieta mediterranea tra rincari e carenze sugli scaffali italiani
La nostra alimentazione quotidiana potrebbe subire trasformazioni radicali nei prossimi anni a causa degli effetti sempre più evidenti del cambiamento climatico. Secondo uno studio recente pubblicato su Environmental Research Letters, alcune eccellenze alimentari, oggi comuni sulle tavole italiane e sugli scaffali dei supermercati, rischiano di diventare prodotti di lusso o addirittura sparire a causa dell’impatto degli eventi climatici estremi quali ondate di calore, piogge intense e siccità prolungate.
La cucina italiana, celebre nel mondo per la sua qualità, varietà ed equilibrio nutrizionale, si trova oggi a dover fronteggiare una minaccia senza precedenti: l’alterazione degli ecosistemi agricoli e marini dovuta al riscaldamento globale. Nel 2024 il pianeta ha registrato temperature medie superiori di 1,5 gradi rispetto all’epoca pre-industriale, un dato che ha comportato un drastico calo della produttività agricola e ittico-peschereccia in molte aree cruciali per la produzione alimentare globale.
Gli effetti si traducono in aumenti vertiginosi dei prezzi e nella crescente difficoltà di reperire alcuni ingredienti fondamentali nella dieta mediterranea, con conseguenze dirette sulla disponibilità di prodotti chiave per l’industria agroalimentare e i consumatori.
Cinque prodotti a rischio estinzione nei supermercati italiani
Tra gli alimenti che potrebbero diventare introvabili o estremamente costosi, spiccano cinque prodotti che rivestono un ruolo centrale nella cucina italiana e internazionale.

Il salmone norvegese, noto per la sua qualità e diffusione, è uno dei più colpiti. L’innalzamento delle temperature marine nei fiordi norvegesi ha causato un aumento significativo della mortalità di questo pesce, con una contrazione della produzione e dell’export ai minimi storici. Questo fenomeno mette in crisi non solo il mercato norvegese, ma anche quello europeo, Italia inclusa, che importa grandi quantità di salmone.
L’olio d’oliva, simbolo della dieta mediterranea, ha visto un’impennata dei prezzi di quasi il 50% solo nell’ultimo anno. Le ondate di caldo estremo e la siccità prolungata hanno compromesso i raccolti soprattutto nelle regioni del Sud Europa, con l’Italia in prima linea nelle difficoltà produttive.
Peggio ancora è andata al cacao, il cui costo è triplicato nel 2024 a causa delle gravi siccità che hanno colpito Ghana e Costa d’Avorio, responsabili di circa il 60% della produzione mondiale. Questi fenomeni estremi minacciano non solo l’approvvigionamento ma anche la qualità delle fave di cacao.
Anche il caffè sta attraversando una crisi senza precedenti. Le piantagioni di Vietnam e Brasile, tra i principali fornitori globali, sono state devastate da ondate di calore sempre più frequenti, riducendo drasticamente i raccolti e facendo lievitare i prezzi a livelli record, con ripercussioni dirette sui consumatori italiani, grandi estimatori della bevanda.
Infine, un’eccellenza tutta italiana come il tartufo bianco rischia di diventare un bene rarissimo. L’alternanza tra lunghi periodi di siccità e forti piogge sta alterando l’habitat naturale necessario alla crescita dei tartufi nelle nostre foreste, mettendo in pericolo la produzione e l’export di questo pregiato prodotto.
Questi cambiamenti comportano una ridefinizione dei costi e della disponibilità di prodotti cardine dell’alimentazione italiana. Non solo i prezzi sono destinati a salire, ma la scarsità potrebbe indurre i consumatori a modificare le proprie scelte alimentari, abbandonando o riducendo il consumo di alcuni prodotti fino ad oggi considerati fondamentali.
Gli agricoltori e i produttori sono chiamati a innovare, adottando tecniche agricole più resilienti e sostenibili, mentre i consumatori potrebbero dover abituarsi a una nuova dimensione del mercato alimentare, dove la stagionalità e la provenienza diventano ancor più cruciali.