
Nuovi aggiornamenti su pensioni e TFR - (@inps_social) - ilrichiamodellaforesta.it
Nuovi aumenti e sorprese aspettano i pensionati italiani, che potrebbero avere diritto a succosi aumenti, secondi i recenti aggiornamenti pubblicati dall’INPS.
Tra aggiornamenti e correzioni, alcune recenti decisioni amministrative di INPS potrebbero avere effetti concreti sui portafogli dei cittadini, facendo discutere e suscitando curiosità. Ogni numero, ogni flusso documentale, potrebbe tradursi in variazioni che interessano non solo le pensioni, ma anche i cosiddetti trattamenti di fine rapporto.
Stando a quanto emerso dai calcoli ufficiali, non sono solo i pensionati attuali a doversi aspettare aumenti, ma anche i lavoratori uscenti dal mercato. Proprio coloro che richiederanno il TFR, il contributo economico che spetta ai lavoratori che lasciano un impiego, che potrebbe adesso aumentare di non poco.
Le novità di INPS su pensioni e TFR
La circolare INPS n. 118/2025 chiarisce il funzionamento del condono contributivo per le pubbliche amministrazioni relativo ai periodi precedenti al 31 dicembre 2004. In base alla Legge di Bilancio 2024, le amministrazioni possono regolarizzare i debiti contributivi inviando le denunce mensili UniEmens/ListaPosPa, senza versare i contributi mancanti.

La misura riguarda posizioni contributive mai dichiarate o con dati incompleti, spesso corretti manualmente poco prima del pensionamento e che ora invece vengono controllati. L’aggiornamento dei dati, quindi, può modificare l’assetto previdenziale stabilito fino a quel momento e influire anche sulle pensioni già liquidate e percepite negli anni successivi.
L’INPS, dunque, procederà al ricalcolo degli assegni emessi, con possibili differenze in più o in meno rispetto a quanto percepito finora dai pensionati attuali. La novità riguarda anche TFS e TFR, con effetti diretti sugli importi spettanti ai lavoratori, garantendo la regolarizzazione delle posizioni contributive per tutti.
In caso di riduzione della pensione, l’INPS potrà adeguare l’importo degli assegni mensili e chiedere alle amministrazioni pubbliche il recupero delle somme indebitamente percepite. Per le pensioni definitive da più di tre anni, invece, l’istituto non può modificare l’importo, ma può comunque richiedere la restituzione alle amministrazioni.
Anche quando gli aggiornamenti portano a pensioni più alte, la regola resta simile, entro tre anni l’INPS può aggiornare la pensione e corrispondere eventuali arretrati. Oltre i tre anni non è possibile intervenire né riconoscere somme aggiuntive, risulta quindi questo il caso più sfortunato a cui fare riferimento.
Anche i trattamenti di fine servizio o TFS e fine rapporto o TFR, possono essere modificati sulla base dei nuovi dati contributivi rilasciati. Se le differenze nelle retribuzioni portano a pagamenti in eccesso, l’INPS può recuperare le somme, mentre variazioni a favore del lavoratore possono generare pagamenti aggiuntivi.
I tempi di intervento sono già stabiliti, 60 giorni per errori derivanti da nuovi documenti, un anno per errori materiali o di calcolo. Il condono contributivo rappresenta quindi un’occasione per regolarizzare posizioni arretrate, ma richiede attenzione e ogni cittadino coinvolto dovrà valutare le differenze emerse dai ricalcoli.