
Grandi novità per pensioni e aliquote - ilrichiamodellaforesta.it
Arriva finalmente l’annuncio ufficiale di INPS, ecco i primi aggiornamenti su aliquote e limiti di età per la pensione.
Tra norme, età di uscita dal lavoro e calcolo dei contributi, i lavoratori pubblici devono prestare attenzione a dettagli che incidono direttamente sulla pensione futura. Nel 2025, alcune novità introdotte dalla Legge di Bilancio e chiarite dall’Inps modificano limiti di età e aliquote di rendimento, interessando specifiche categorie di lavoratori.
Si tratta di modifiche che andranno a cambiare il rapporto dei futuri pensionati col processo decisionale di uscita dal lavoro, semplificando alcuni aspetti. Si tratta inoltre di novità ancora circoscritte ad alcuni settori specifici, come quelli della pubblica amministrazione e degli impieghi pubblici.
Le novità di INPS su pensioni e aliquote
Le modifiche riguardano quattro gestioni confluite nell’Inps, tra cui la Cpdel per i dipendenti degli enti locali e la Cps per il personale sanitario. Interessati sono anche la Cpi per gli insegnanti di asilo e scuole elementari parificate e la Cpug per ufficiali giudiziari e coadiutori.

Pur essendo amministrate dall’Inps, queste casse mantengono regole specifiche che ora sono state uniformate rispetto ai nuovi limiti di età e alle aliquote del 2025. Il nuovo limite di età per la pensione di vecchiaia è attualmente fissato a 67 anni compiuti, almeno per il biennio corrente 2025/2026.
Tuttavia, la Legge di Bilancio 2025 consente alle pubbliche amministrazioni, con il consenso del dipendente, di trattenersi in servizio fino a 70 anni. Questo significa che alcuni lavoratori potranno continuare a prestare servizio oltre l’età ordinamentale, con conseguenze dirette sul calcolo della pensione e sulle aliquote applicabili.
Le aliquote di rendimento determinano quanto della retribuzione annua confluisce nella pensione. Tradizionalmente il parametro era del 2% annuo per ogni anno di contributi. Con le novità introdotte nel 2024, invece, i contributi maturati fino al 31 dicembre 1995 beneficiano di un’aliquota maggiorata del 2,5% annuo.
Restano valide le vecchie percentuali per pensionamenti di vecchiaia a 67 anni, per i dipendenti di enti privatizzati ma rimasti iscritti alla Cpdel. Le nuove aliquote annunciate da INPS, invece, si applicano alle dimissioni anticipate prima dei 67 anni, quindi ad esempio a 65 o 66.
Chi accede all’Ape sociale o ai lavoratori precoci con requisiti maturati entro il 31 dicembre 2023 non subiscono variazioni rispetto alle regole precedenti. Anche per le pensioni anticipate con meno di 15 anni di contributi al 31 dicembre 1995, si applicano le aliquote più favorevoli introdotte nel 2024.