
I controlli sui trasferimenti di denaro - (ilrichiamodellaforesta.it)
Alcuni tipi di operazioni, con determinate somme, vengono monitorate dall’UIF per prevenire riciclaggio ed evasione fiscale
Il trasferimento di somme di denaro e le relative segnalazioni fiscali rappresentano un tema di grande attualità e importanza nel contesto della normativa antiriciclaggio e del contrasto all’evasione fiscale.
Sebbene non esistano limiti legali al prelievo o alla movimentazione di denaro da parte dei cittadini, superare determinate soglie può attivare meccanismi di controllo da parte dell’Unità di Informazione Finanziaria (UIF) della Banca d’Italia e, di conseguenza, dell’Agenzia delle Entrate.
I limiti nei trasferimenti di denaro e le segnalazioni all’UIF
La normativa vigente non pone un tetto massimo al prelievo o al trasferimento di denaro da parte di un correntista, che è libero di gestire i propri fondi come meglio crede. Tuttavia, se nell’arco di un mese solare le somme prelevate, trasferite o bonificate a terzi raggiungono o superano i 10.000 euro, l’operazione deve essere segnalata all’Unità di Informazione Finanziaria (UIF). Non è necessario un unico prelievo o bonifico di tale importo: anche la somma di più operazioni (ad esempio, venti prelievi da 500 euro o cinque da 2.000 euro) può far scattare la segnalazione.

Il personale bancario o degli uffici postali che esegue queste operazioni è obbligato a registrarle e a inviarle tempestivamente all’UIF, la quale ha il compito di analizzare i dati per contrastare il riciclaggio di denaro e altre attività illecite. In caso di trasferimenti importanti, il cliente è invitato a compilare un modulo di autocertificazione sul destino dei fondi.
È importante sottolineare che la segnalazione all’UIF non comporta automaticamente un’accusa o un controllo fiscale, ma rappresenta un elemento di allerta che può condurre a ulteriori approfondimenti da parte della Guardia di Finanza o dell’Agenzia delle Entrate.
Istituita presso la Banca d’Italia dal decreto legislativo n. 231/2007, l’UIF è l’autorità nazionale indipendente preposta al contrasto del riciclaggio e del finanziamento del terrorismo. Essa riceve le segnalazioni di operazioni sospette da banche, professionisti e altri operatori finanziari e svolge un’analisi approfondita dei flussi finanziari.
Non solo il superamento della soglia di 10.000 euro è motivo di segnalazione: la banca o l’ufficio postale deve riferire all’UIF qualsiasi operazione ritenuta sospetta, indipendentemente dall’importo. Secondo l’articolo 3 del decreto legislativo 231/2007, sono segnalate tutte le transazioni per le quali vi siano motivi ragionevoli di sospettare coinvolgimento in attività di riciclaggio, finanziamento del terrorismo o che provengano da fonti criminali.
Il personale bancario valuta il sospetto considerando diversi fattori, come la natura, l’entità e il collegamento tra operazioni, nonché la capacità economica e l’attività svolta dal cliente. Per esempio, prelievi o versamenti in contanti non coerenti con il profilo di rischio del cliente costituiscono un elemento di anomalia. L’UIF aggiorna periodicamente una serie di indicatori di anomalia per facilitare l’individuazione di operazioni sospette.
La segnalazione all’UIF viene trasmessa anche all’Agenzia delle Entrate, che la utilizza per alimentare l’anagrafe dei conti correnti e incrociare i dati per individuare eventuali incongruenze o anomalie fiscali. Tuttavia, è fondamentale chiarire che l’Agenzia non può effettuare controlli sui prelievi effettuati dal contribuente, che rimane libero di utilizzare i propri soldi.
Gli accertamenti fiscali riguardano infatti i versamenti, poiché secondo l’articolo 32 del TUIR qualsiasi somma in entrata su un conto corrente può essere considerata come reddito, salvo prova contraria. Pertanto, è l’afflusso di denaro che desta l’attenzione del Fisco, non la sua uscita. In aggiunta, anche la richiesta di assegni circolari di importo pari o superiore a 10.000 euro è soggetta agli stessi obblighi antiriciclaggio, con la compilazione del modulo per la definizione del profilo di rischio del cliente.