
I caregiver potranno finalmente richiedere la pensione anticipata - ilrichiamodellaforesta.it
I caregiver prossimi alla pensione potranno finalmente usufruire di un anticipo specifico dedicato alle necessità dei più fragili.
Questo 2025 continua a introdurre importanti novità per i lavoratori che assistono familiari con disabilità grave e sognano di andare in pensione anticipata. Un pacchetto di misure consente di anticipare l’uscita dal lavoro fino a due anni senza ridurre l’assegno mensile né dover versare contributi aggiuntivi.
Si tratta di un’opportunità concreta, pensata per valorizzare chi, oltre al lavoro quotidiano, dedica ulteriore tempo e cura ai propri cari a casa. Capire come funziona e quali requisiti servono è fondamentale per non perdere questo beneficio e per poterne tratte in tempo tutti i vantaggi migliori.
La nuova Legge 104
La legge 30 dicembre 2024, n. 207, ha riconfermato l’APE Sociale per il 2025, aumentando l’autorizzazione di spesa per gli anni successivi fino al 2030. L’indennità è erogata dall’INPS e riguarda chi, entro il 31 dicembre, compie 63 anni e 5 mesi e appartiene a specifiche categorie di lavoratori.

I beneficiari includono caregiver di familiari con disabilità grave, invalidi civili con almeno il 74% di invalidità, lavoratori impiegati in attività gravose e disoccupati. Per accedere al prepensionamento, in questo caso, occorre richiedere la certificazione del diritto all’INPS ancor prima di maturare i requisiti necessari, con largo anticipo quindi.
La decorrenza del trattamento parte dal primo giorno del mese successivo al raggiungimento dei requisiti, per garantire l’accesso al beneficio senza intoppi. I lavoratori che completano i requisiti nel 2025 devono presentare l’istanza entro il 31 marzo, il 15 luglio o il 30 novembre.
Tra le misure più rilevanti della proposta spicca il congedo biennale retribuito, ideato e indirizzato a chi assiste un familiare con disabilità grave. Il lavoratore caregiver può così assentarsi fino a due anni, anche frazionabili e non consecutivi, percependo nel frattempo un’indennità pari all’ultima retribuzione ricevuta.
Durante questo periodo, il posto di lavoro è garantito e i contributi figurativi maturano regolarmente, assicurando la copertura ai fini pensionistici senza penalizzazioni. Se utilizzato strategicamente, proprio negli ultimi due anni prima dell’effettivo pensionamento, il congedo permette di raggiungere i requisiti contributivi necessari senza lavorare effettivamente.
C’è però un requisito imprescindibile, ovvero quello legato alla convivenza o residenza anagrafica, che devono necessariamente combaciare con quelle della persona disabile assistita. Non basta essere un parente, è necessario risultare formalmente residenti nello stesso domicilio, anche se non nello stesso appartamento, come nel caso dei condomini.
Infine, va ricordato che i sei mesi di assistenza richiesti per avviare le procedure devono essere continuativi, costituendo un limite minimo per l’utilizzo della legge. La combinazione tra congedo retribuito e prepensionamento anticipato rappresenta un’occasione concreta per sostenere i caregiver e valorizzare il loro ruolo nel sistema sociale ed economico.