
Una nuova possibilità per i pensionati italiani - ilrichiamodellaforesta.it
Una nuova struttura pensionistica promette di aumentare l’assegno mensile rivalutando gli anni di contributi versati.
Molti ex dipendenti pubblici potrebbero trovarsi davanti a un’inaspettata opportunità, un metodo nuovo per aumentare la quota mensile del proprio assegno pensionistico. Un’occasione che non richiede spese aggiuntive e che può tradursi in assegni più alti, arretrati inattesi e persino un incremento delle indennità di fine servizio.
L’occasione, in questo caso, arriva sotto forma di condono contributivo, uno strumento atto e pensato per sanare omissioni previdenziali accumulate prima del 2005. Rientrando di queste omissioni si recuperano così anche anni di contributi che andrebbero altrimenti persi e che influiscono attivamente sulla quota finale della pensione.
Il nuovo condono salva-pensione
Il condono consente di rimediare a errori nei versamenti senza dover dimostrare i contributi, a patto che le denunce siano state trasmesse dalle Pubbliche Amministrazioni. La circolare n. 118 del 2025 dell’INPS ha chiarito come applicare le disposizioni introdotte dalla Legge di bilancio 2024, sbloccando situazioni in sospeso da anni.

Il condono si applica esclusivamente agli obblighi contributivi ante 2005 e la possibilità di ricalcolo varia in base agli anni trascorsi dalla pensione. Chi è in quiescenza da meno di tre anni può ottenere l’aggiornamento integrale con il pagamento totale e immediato degli arretrati, con effetti subito visibili.
Chi invece percepisce la pensione da più tempo potrà correggere la posizione contributiva senza aumenti nell’immediato ma evitando così irregolarità future sulla pensione. Ma gli effetti del condono contributivo non si limitano all’assegno previdenziale, anche TFR e TFS possono subire variazioni una volta corretto il bilancio dei contributi.
I risultati saranno in positivo se vengono riconosciuti periodi contributivi mai conteggiati, ma anche in negativo se emergono importi pagati in eccesso. In quest’ultimo caso, l’INPS avvia il recupero delle somme indebitamente erogate secondo le modalità già previste dalle precedenti circolari.
La riliquidazione del TFS/TFR può comportare una rideterminazione in ribasso degli importi già liquidati, con un termine di sessanta giorni per il recupero delle somme. Nel caso in cui il pensionato non provveda al rimborso, l’Istituto può attivare le procedure di recupero previste, comprese soluzioni rateali o altre modalità indicate.
Un altro elemento chiave riguarda le scadenze, la possibilità di usufruire del condono è estesa fino al 2025, sia tramite l’amministrazione di riferimento, sia direttamente all’INPS. Patronati e centri di assistenza offrono supporto gratuito per guidare i pensionati nella verifica dei contributi e nella presentazione delle domande, semplificando un iter spesso complesso.