
Il Fisco ha deciso, è colpa tua - ilrichiamodellaforesta.it
Novità dal Fisco per migliaia di contribuenti italiani, che rischiano seri problemi a causa di una nuova sentenza.
In molti ambiti, affidarsi a un professionista è la scelta più saggia e funzionale, convincendoci che delegare sia sufficiente per liberarci da ogni peso. Si da controllo a un completo sconosciuto, si firmano documenti, si inviano pratiche, il tutto senza fare troppe domande, dando per scontato un fattore fondamentale
Diamo per scontato che il compito che abbiamo affidato al professionista di turno vengo svolto a regola d’arte, senza intoppi o magagne legali. Ma è proprio in questi momenti che può nascondersi l’errore fatale, quello che a distanza di tempo può trasformarsi in una responsabilità pesante da sostenere.
Chi ha la colpa se il commercialista sbaglia?
È questo lo scenario affrontato dalla Corte di Cassazione con l’ordinanza n. 22742 del 2025, che ha riacceso i riflettori su un tema delicato. Si parla della responsabilità del contribuente quando gli adempimenti fiscali vengono affidati a un commercialista o a una società specializzata che commette “illeciti” o errori.

Un caso in particolare riguardava un contribuente, sanzionato per un’operazione di compensazione indebita eseguita da una società incaricata dallo stesso della gestione contabile. In primo grado, la Corte di giustizia tributaria aveva accolto parzialmente il ricorso, riconoscendo che il contribuente non aveva avuto alcun ruolo nell’operazione contestata.
L’Agenzia delle Entrate, però, non si è fermata e ha portato la questione in Cassazione, richiamando la giurisprudenza consolidata che obbliga il contribuente a vigilare. Un principio che non ammette scorciatoie, anche quando la gestione viene affidata a terzi, la delega non cancella l’obbligo di attenzione e controllo.
In materia di sanzioni tributarie, l’elemento soggettivo della colpa non si elimina solo perché il contribuente non ha materialmente commesso l’errore. Anzi, spetta a lui dimostrare di aver vigilato con diligenza, fornendo prove concrete di controlli effettuati e non limitandosi a dichiarazioni generiche o tardive.
Il messaggio che arriva da questa decisione è chiaro, affidarsi a un commercialista, per qualsiasi tipo di necessità, non significa lavarsene completamente le mani. Ogni contribuente rimane responsabile del proprio rapporto con il Fisco e deve essere in grado di dimostrare di aver seguito con attenzione le procedure ufficiali.
Una linea che richiama tutti al dovere di vigilanza personale, perché non basta delegare, la vera sicurezza arriva solo da un controllo consapevole e costante. Bisogna essere capaci di prevenire errori che, altrimenti, rischiano di ricadere inevitabilmente sulle stesse spalle di chi pensava di esserne esente affidandosi a un professionista.