
Nessuna pietà per i debitori, il Fisco attacca - ilrichiamodellaforesta.it
Il Fisco si prepara ad attaccare a muso duro molti lavoratori italiani che hanno contratto debito con l’agenzia statale.
Stanno per entrare in vigore alcune nuove regole e stavolta incideranno direttamente sulle tasche degli italiani, specialmente di coloro che si trovano con debiti accumulati. Queste ultime novità fiscali, non solo aggiornano le vecchie procedure ma le stravolgono anche, introducendo nuovi meccanismi rapidi, rigidi e difficilmente evitabili dagli insolventi.
Per molti contribuenti, abituati alle rottamazioni come strumenti di alleggerimento, il nuovo meccanismo arriverà come un brutto sogno, ma la paura rimarrò anche al risveglio. La certezza è che, d’ora in avanti, il legame tra busta paga e debiti fiscali sarà molto più stretto e difficile da eludere.
Arriva il pignoramento automatico
Le cartelle esattoriali, da sempre al centro del dibattito pubblico, tornano a farsi sentire con forza a causa di una nuova legislatura. Per anni, infatti, si è parlato di rottamazioni come soluzioni tampone, quasi scialuppe di salvataggio per milioni di contribuenti alle prese con debiti arretrati.

Tuttavia, l’avvio della riforma della riscossione 2025, cambierà drasticamente il quadro nazionale dei debiti, sia per i debitori che per gli enti creditori. Non si tratterà soltanto di proroghe o sconti, ma entrerà in gioco una misura che andrà a incidere direttamente sugli stipendi dei lavoratori italiani.
Tra gli strumenti di esecuzione forzata più invasivi c’è infatti il pignoramento, una procedura di recupero coatto del dovuto, da parte dello Stato. Questa procedura permette all’AdE di ordinare a datori di lavoro, enti previdenziali o banche, di trattenere parte degli stipendi e destinarli al saldo dei debiti.
Finora, il meccanismo era complesso e prevedeva tutele come il minimo vitale, ma con la nuova riforma, invece, arriva un sistema molto più rapido. Verrà introdotto il pignoramento automatico dello stipendio, una misura che già molti considerano come coercitiva, ai danni dei cittadini che hanno contratto debiti.
Il cambiamento riguarda e in parte danneggia, soprattutto i dipendenti pubblici, per i quali scatta un controllo diretto da parte dell’amministrazione a cui fanno riferimento. In pratica, prima di versare lo stipendio, l’ente datore di lavoro sarà obbligato a verificare l’eventuale presenza di cartelle esattoriali pendenti a carico del lavoratore.
Se i debiti risultano registrati, la trattenuta partirà in automatico, senza necessità di notifiche o ulteriori passaggi burocratici, snellendo così il recupero delle soglie dovute. Fortunatamente, il pignoramento automatico non colpirà tutti i debitori indiscriminatamente, ma si attiverà in presenza di condizioni ben precise, decide dalla nuova legge vigente.
Serve innanzitutto avere un debito con cartelle esattoriali superiori ai 5.000 euro totali, soglia sotto la quale la misura non è prevista. Non viene comunque pignorato l’intero reddito, la quota massima che può essere trattenuta è pari a un settimo della retribuzione, fino alla completa estinzione del debito.