
Controlli fiscali rafforzati su chi non aderisce al concordato preventivo biennale
L’Agenzia delle Entrate e la Guardia di Finanza intensificano i controlli su una specifica lista di contribuenti che non hanno aderito al Concordato preventivo biennale 2025-2026. Al centro dell’attenzione del Fisco non ci sono solo i conti correnti, ma anche l’intero patrimonio finanziario e i dati contenuti nelle banche dati ufficiali, con un’azione mirata a contrastare l’evasione fiscale attraverso un uso sempre più sofisticato degli strumenti di indagine.
Controlli fiscali serrati su chi non aderisce al Concordato preventivo biennale
Il termine ultimo per aderire al Concordato preventivo biennale 2025-2026 è fissato al 30 settembre 2025. Coloro che non si avvalgono di questa opportunità, pur avendone i requisiti, saranno sottoposti a un’intensificazione dei controlli da parte dell’Agenzia delle Entrate e della Guardia di Finanza. La circolare 9 del 24 giugno 2025 ha chiarito che la maggior parte delle risorse operative sarà dedicata proprio a monitorare e verificare questi contribuenti, in particolare le partite IVA che hanno disatteso l’adesione sia nella precedente edizione sia in quella attuale.
Secondo la normativa vigente, in particolare l’articolo 34, comma 2, del decreto legislativo 13 del 2024, l’Agenzia delle Entrate può disporre di una maggiore capacità operativa per svolgere controlli approfonditi, utilizzando tutte le informazioni disponibili, comprese quelle contenute nell’Anagrafe dei conti finanziari. L’analisi dei dati non si limita ai semplici conti correnti, ma include depositi, investimenti, pacchetti azionari, obbligazioni e titoli di Stato, oltre a ogni movimentazione economica rilevante. La rete di informazioni si allarga ulteriormente con l’incrocio con registri pubblici come il registro dei protesti, il registro delle imprese e il Pubblico Registro Automobilistico (PRA).
L’Anagrafe dei conti finanziari e gli strumenti di controllo
L’Anagrafe dei conti finanziari, istituita in base al decreto Salva Italia (Dl 201/2011), obbliga gli operatori finanziari a comunicare tutte le movimentazioni e le informazioni sui rapporti finanziari all’archivio dedicato, facilitando così le attività di analisi del rischio di evasione. Questo sistema consente al Fisco di operare con un quadro completo e integrato delle posizioni finanziarie dei contribuenti.
L’Agenzia delle Entrate ha dichiarato che, in presenza di operatori dedicati alle verifiche, una quota molto elevata delle risorse – si parla di oltre l’80% degli addetti – sarà concentrata proprio sui contribuenti che non hanno aderito al Concordato. La mancata adesione viene infatti considerata un indice sufficiente per avviare un processo di indagine volto a scoprire eventuali irregolarità e evasione fiscale.
Sanzioni più rigide per chi non aderisce al Concordato
Oltre all’intensificazione dei controlli, la mancata adesione al Concordato preventivo biennale comporta un inasprimento delle sanzioni fiscali. Il decreto legislativo 471 del 1997 stabilisce che, quando la sanzione amministrativa supera i 50.000 euro, si applicano anche sanzioni accessorie particolarmente gravose. Tali sanzioni includono:
- Interdizione dalle cariche societarie (amministratore, sindaco o revisore);
- Divieto di partecipare a gare per appalti pubblici;
- Interdizione dal conseguimento o sospensione di licenze, concessioni e autorizzazioni amministrative per esercitare attività imprenditoriali o di lavoro autonomo;
- Sospensione dall’esercizio dell’attività lavorativa o imprenditoriale.
Nel caso di contribuenti che non aderiscono al Concordato, la soglia per l’applicazione delle sanzioni accessorie si dimezza, scendendo a 25.000 euro, rendendo quindi più stringenti le conseguenze per chi non regolarizza la propria posizione.
Come aderire al Concordato preventivo biennale e quali vantaggi offre
Il Concordato preventivo biennale è uno strumento introdotto con il d.lgs. n. 13 del 2024 per semplificare e rendere più trasparente il rapporto tra Fisco e contribuenti, in particolare le partite IVA di dimensioni contenute. Aderendo a questa procedura, i contribuenti accettano una proposta formulata dall’Agenzia delle Entrate basata sui dati dichiarati e quelli presenti nelle banche dati fiscali.
I benefici per chi aderisce sono molteplici:
- Accesso a benefici premiali, inclusi quelli relativi all’IVA;
- Esclusione dagli accertamenti tributari, salvo casi di decadenza;
- Applicazione di una imposta sostitutiva sulla parte di reddito concordato eccedente rispetto a quello dichiarato nel periodo precedente, con la possibilità di pagare in modo più agevolato e prevedibile.
Chi aderisce quindi evita controlli più severi e sanzioni elevate, potendo regolarizzare la propria posizione con maggiore serenità.