
Bonus 500 euro: a chi spetta e come funziona (www.ilrichiamodellaforesta.it)
Con l’entrata in vigore del decreto legge 26 giugno 2025, n. 92, è stata ufficialmente confermata l’erogazione di un bonus fino a 500 euro.
Questa misura straordinaria nasce per compensare il mese di sospensione obbligatoria previsto dalla normativa, che interrompe temporaneamente l’erogazione del sussidio al termine del primo ciclo di 18 mesi di fruizione.
L’Assegno di inclusione, introdotto dal 1° gennaio 2024 per sostituire il Reddito di Cittadinanza, rappresenta una misura più mirata di sostegno economico e inclusione sociale per le famiglie che si trovano in condizioni di fragilità, con almeno un componente minorenne, disabile, over 60 o in situazione di svantaggio certificato dai servizi socio-sanitari territoriali. La durata iniziale dell’Assegno di inclusione è di 18 mesi, seguita da un possibile rinnovo di ulteriori 12 mesi, ma solo dopo un mese di sospensione obbligatoria.
Il bonus fino a 500 euro è stato introdotto proprio per mitigare l’impatto di questo periodo di interruzione, evitando che le famiglie restino improvvisamente senza alcun sostegno economico per un mese. L’erogazione del bonus è automatica e subordinata alla presentazione della domanda di rinnovo dell’Assegno di inclusione al termine del primo ciclo. Non è quindi necessaria una richiesta separata: l’INPS accrediterà l’integrazione contestualmente alla prima mensilità del rinnovo.
L’importo massimo del bonus è pari a 500 euro, ma può essere inferiore qualora l’Assegno di inclusione riconosciuto alla famiglia sia di entità minore. Ad esempio, se una famiglia percepisce 300 euro al mese, il bonus sarà di pari importo; se invece il sussidio supera i 500 euro, il bonus resta comunque fermo a tale limite.
Quando arriva il bonus e come presentare la domanda
Il pagamento del bonus sarà effettuato con la prima mensilità successiva al rinnovo, quindi, per le famiglie che hanno terminato il primo ciclo a giugno 2025, il bonus dovrebbe essere erogato insieme all’Assegno di inclusione di agosto, fatte salve eventuali tempistiche burocratiche. Il decreto prevede comunque una scadenza ultima per l’erogazione del contributo entro dicembre 2025, qualora dovessero verificarsi ritardi da parte dell’INPS.
Per ottenere il bonus, le famiglie devono presentare domanda di rinnovo seguendo le stesse modalità previste per la prima richiesta, cioè attraverso il portale INPS o con l’assistenza di CAF e patronati. Nel caso in cui la composizione del nucleo familiare non sia cambiata rispetto alla domanda precedente, non sarà necessario sottoscrivere un nuovo Patto di Attivazione Digitale (PAD), semplificando così le procedure. Al contrario, variazioni nella composizione familiare, come nascite, decessi o cambi di residenza, richiedono la presentazione di una nuova domanda e la sottoscrizione di un nuovo patto.
Il nuovo ciclo di erogazione, della durata di 12 mesi, inizierà il mese successivo a quello della sospensione, quindi per chi ha ricevuto l’ultima mensilità a giugno, il rinnovo partirà da agosto 2025.

L’Assegno di inclusione si rivolge esclusivamente a nuclei familiari con specifici requisiti socio-economici e di composizione, che includono almeno un soggetto fragile. Tra i requisiti principali figurano:
- Residenza in Italia da almeno cinque anni, con almeno due anni continuativi immediatamente precedenti la domanda.
- Valore ISEE non superiore a 10.140 euro.
- Reddito familiare inferiore a 6.500 euro annui moltiplicato per il parametro della scala di equivalenza (che tiene conto della composizione del nucleo).
- Patrimonio immobiliare e mobiliare entro soglie stabilite, con limiti più stringenti su autoveicoli, motoveicoli e imbarcazioni di lusso.
- Impegno a sottoscrivere il Patto di Attivazione Digitale e a partecipare a percorsi di inclusione sociale e lavorativa.
La platea delle famiglie interessate dall’introduzione del bonus è stimata intorno alle 506.000 unità, con uno stanziamento complessivo di circa 234 milioni di euro per il 2025.
L’Assegno di inclusione si conferma così uno strumento chiave della politica sociale italiana, in particolare per il Sud e le Isole, dove la maggior parte delle domande accolte nel 2024 ha riguardato nuclei familiari in condizioni di povertà.