
A chi spetta l'aumento dell'assegno della pensione e da quando - Ilrichiamodellaforesta.it
Se sei nato in questi anni ci sono buone notizie per te: l’assegno della pensione, infatti, aumenterà. Da quando e l’ammontare.
L’aumento delle pensioni minime rappresenta una tematica centrale nel dibattito pubblico italiano, specialmente per chi percepisce assegni previdenziali vicini al trattamento minimo fissato per il 2025 a 603,40 euro mensili.
Una misura storica, nota come incremento al milione, torna a essere rilevante in questo anno, ma con condizioni precise legate all’età e al reddito.
Cos’è e come funziona l’incremento al milione nel 2025
L’incremento al milione è una maggiorazione mensile introdotta nel 2001 con la legge n. 448, durante il primo governo Berlusconi, con l’obiettivo di aumentare le pensioni più basse fino al corrispondente di un milione di lire, ovvero circa 136,44 euro al mese. Questa misura è stata pensata per offrire un sostegno più efficace rispetto all’integrazione al trattamento minimo, rivolta in particolare a pensionati e beneficiari di prestazioni assistenziali come l’assegno sociale e la pensione di inabilità civile al 100%. Nel 2025, questo incremento non è un diritto universale né automatico: spetta solo a chi percepisce una pensione inferiore al trattamento minimo e rispetta determinati requisiti reddituali e anagrafici.
L’importo fisso dell’incremento è di 136,44 euro mensili e si applica anche a chi riceve prestazioni assistenziali, garantendo un sostanziale aumento dell’assegno mensile. Possono accedere all’incremento al milione tutti i pensionati che presentano un assegno inferiore a 603,40 euro e che rientrano nei limiti reddituali stabiliti per il 2025. Questi limiti sono stati fissati a:
- 9.721,92 euro per il reddito individuale del richiedente;
- 16.724,89 euro per il reddito coniugale, qualora il pensionato sia sposato.
Non è indispensabile godere dell’integrazione al trattamento minimo per poter beneficiare dell’incremento, anche se quest’ultima è riservata a chi ha versato almeno un contributo settimanale entro il 31 dicembre 1995 (regime retributivo). Ad esempio, un pensionato con un assegno di 500 euro più 98,61 euro di integrazione al trattamento minimo riceverà l’incremento pieno di 136,44 euro, portando la pensione a 739,83 euro. Analogamente, un pensionato con 500 euro senza integrazione, ma con pensione completamente contributiva, otterrà comunque l’incremento, raggiungendo 636,44 euro.

Chi ha una pensione compresa tra 603,40 e 739,83 euro riceverà invece un aumento parziale, calcolato con la formula:
739,83 euro – importo della pensione percepita.
Un elemento chiave per accedere all’incremento al milione è il limite di età. Nel 2025, la pensione maggiorata sarà riconosciuta ai beneficiari che abbiano raggiunto almeno i 70 anni, con la possibilità di anticipare questo limite a 65 anni in presenza di almeno 20 anni di contributi versati (con una riduzione di un anno ogni cinque anni di contributi). Per i titolari di pensione di inabilità civile al 100%, invece, l’incremento è riconosciuto già dal compimento del 18° anno di età.
Ne consegue che nel 2025 il sostegno sarà riconosciuto per la prima volta ai nati tra il 1954 e il 1959, che rientrano nei criteri anagrafici e contributivi stabiliti dalla normativa. È fondamentale sottolineare che l’aumento non viene erogato automaticamente. Spetta al pensionato presentare una domanda formale per l’accesso all’incremento. La richiesta può essere effettuata attraverso i patronati oppure utilizzando il servizio digitale “consulente digitale delle pensioni” disponibile nell’area personale MyInps.
Questa modalità digitale rappresenta un’importante innovazione per facilitare l’accesso al beneficio, ma resta sempre valido il supporto diretto di enti e associazioni di categoria per assistere i pensionati nella compilazione della domanda. L’incremento al milione conferma così il suo ruolo di strumento cruciale per garantire un sostegno economico adeguato agli anziani con pensioni più basse, pur mantenendo condizioni precise e selettive che ne limitano l’automatismo. Nel 2025, la misura continua a rappresentare un aiuto concreto per chi si trova in condizioni di disagio economico, ma solo se si rispettano i requisiti di età, contributi e reddito previsti dalla legge.